Il Modello Organizzativo 231 garantisce un “rating di legalità” più performante
Per ottenere un più elevato rating di legalità, l’adozione di un Modello Organizzativo previsto dal D.Lgs. 231/2001 è imprescindibile.
Il rating è di strategica importanza nei rapporti con le banche e nei rapporti della pubblica amministrazione per ottenere contributi e agevolazioni e, oggi, dopo gli interventi interpretativi ANAC (l’autorità che vigila sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture sotto il profilo della trasparenza in chiave anticorruzione) nonché con l’entrata in vigore del nuovo Codice anche negli appalti pubblici.
Il D.lgs. 231/2001 che ha introdotto la responsabilità degli enti nel sistema giuridico italiano e la Legge n° 27/2012 (disposizioni per la concorrenza, le infrastrutture e la competitività) che ha introdotto in Italia il “Rating di Legalità”, sono disposizioni che di fatto promuovono, rafforzandoli, i principi etici nei comportamenti aziendali.
Il MEF con Decreto n° 57 del 20 febbraio 2014 ha emanato le disposizioni di carattere generale sull’applicazione delle suddette norme.
Il provvedimento del 4 dicembre 2014 emanato dall’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) di aggiornamento del regolamento attuativo in materia di rating di legalità (Regolamento di attuazione di cui alla Delibera n° 24075 del 14 novembre 2012), ha confermato la rilevanza del Modello Organizzativo adottato ai sensi della 231.
Il rating è assegnato sulla base di un punteggio condizionato al rispetto di determinati requisiti, tra cui fra gli altri: A) la dimostrazione dell’inesistenza di misure di prevenzione o misure cautelari personali o patrimoniali in capo agli amministratori, ai direttori, ai soci di maggioranza; B) la mancanza di provvedimenti di condanna ai sensi del D.Lgs. 231/2001, di accertamenti di violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, di accertamenti tributari divenuti definitivi.
Il punteggio viene indicato con l’attribuzione di “stellette”, in una scala che va da una a tre “stellette”.
Il punteggio base è poi incrementato al ricorrere di ciascuna delle condizioni evidenziate nell’Art. 3 del regolamento (Delibera AGCM del 14 novembre 2012, n.24075 – Regolamento attuativo in materia di rating di legalità e ss.mm.ii.) tra cui l’avere l’impresa adottato un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo conforme alle prescrizioni del D. Lgs. 8 giugno 2001 n° 231.
Alternativamente al Modello, l’impresa potrebbe adottare, anche in outsourcing una “funzione organizzativa” che svolga il controllo di conformità alle norme applicabili all’impresa (compliance).
Le regole sono stabilite dall’AGCM che, peraltro, su richiesta delle imprese assegna il punteggio.
Il rating viene conferito alle imprese (o ai gruppi d’imprese) che hanno conseguito un fatturato minimo di 2 milioni di EURO nell’esercizio precedente alla richiesta di rating.
Un rating elevato assegnerà, secondo le disposizioni del Ministero delle Finanze la preferenza in graduatoria, un punteggio aggiuntivo o una quota di riserva delle provvidenze (contributi in conto interessi, contributi in conto capitale, crediti d’imposta, bonus fiscali), oltre all’acquisizione di un “merito creditizio” più elevato – ai fini della riduzione dei tempi di istruttoria e dei relativi costi – che le Banche dovranno considerare d’ora in poi nella valutazione delle imprese ai fini della concessione di affidamento.
È recente realtà la firma del protocollo d’intesa tra AGCOM e l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) che sancisce una collaborazione più stretta tra le due agenzie, finalizzata a promuovere un maggiore utilizzo del rating di legalità.
Si prevede che in futuro il rating di legalità possa valere anche come punteggio aggiuntivo per l’aggiudicazione degli appalti pubblici, come risulta dalle dichiarazioni di Raffaele Cantone, Presidente dell’ANAC.