Appalto integrato, l’apertura dell’Anac
L’Autorità anticorruzione, attraverso la consigliera Ida Nicotra, apre alle modifiche delle regole in materia di appalti su due punti delicatissimi e oggetto di richieste ripetute, negli ultimi mesi, da parte di imprese e pubbliche amministrazioni: l’allargamento del perimetro del massimo ribasso e, soprattutto, il ritorno pieno dell’appalto integrato, l’affidamento congiunto di progettazione ed esecuzione dei lavori.
È il passaggio più rilevante dell’intervento con il quale Nicotra ha chiuso il convegno organizzato da Upi Emilia Romagna che, ieri a Modena, ha fatto il punto sullo stato delle norme in materia di contratti pubblici, a poco più di due anni dall’entrata in vigore del codice appalti del 2016.
Adesso che una nuova riforma è in vista, dopo la consultazione avviata in estate dal ministero delle Infrastrutture, la consigliera Anac spiega: «Sull’appalto integrato e sul massimo ribasso è opportuno accogliere le richieste di Anci e Ance. Ci sono opere che non è possibile realizzare altrimenti. Per questi casi serve una correzione del codice». Che non deve però portare a una riscrittura profonda del Dlgs 50 del 2016. «Non dobbiamo abbandonare il codice appalti, buttandolo via e ripartendo da zero», prosegue. Anche perché un correttivo delle stesse proporzioni di quello del 2017 (quando ci furono oltre 400 modifiche) imporrebbe una completa revisione di tutto il sistema di linee guida dell’Autorità. Una revisione che comporterebbe un rallentamento del mercato, a danno di imprese e amministrazioni.
«Piuttosto, pensiamo ad attuare le norme che ci sono e che finora sono rimaste sulla carta». Per Nicotra, infatti, mancano ancora molti pezzi fondamentali. «Penso alla qualificazione delle stazioni appaltanti e alla riduzione dei centri di spesa della Pa. Sono due pilastri che, per ora, sono rimasti inattuati. Dobbiamo partire da qui».